Sabato 28 e domenica 29 maggio Monumenti Aperti, la festa dei beni culturali nata a Cagliari vent’anni fa, sbarca per il terzo anno in Piemonte. La manifestazione coinvolgerà tre comuni del cuneese, Santo Stefano Belbo, Mango e Castiglione Tinella.
Così ha dichiarato Silvio Stupino, primo cittadino di Mango “Reduci dal successo della passata edizione, abbiamo nuovamente accolto l'invito a partecipare ad una manifestazione che vede il coinvolgimento e la partecipazione dell'intera comunità. Ancora una volta i protagonisti attivi della manifestazione saranno i ragazzi delle scuole medie, che ringrazio, insieme agli insegnanti che li hanno affiancati in questi mesi con vivo entusiasmo, nell'allestimento dell'itinerario che si snoderà per le vie del paese”. Così invece Bruno Penna, Sindaco di Castiglione Tinella, centro che per la prima volta entra a far parte del circuito nazionale di Monumenti Aperti affiancando i comuni di Santo Stefano Belbo e Mango “Una nuova occasione che nasce da una bella intuizione, per poter valorizzare elementi preziosi che caratterizzano i piccoli centri rurali come il nostro, muovendosi nella ricerca dei caratteri storici e coinvolgendo gli alunni delle nostre scuole che sono chiamati a ripercorrere la memoria del tempo e a diventare le guide che presenteranno i nostri monumenti ai partecipanti l’evento”. Luigi Genesio Icardi, sindaco di Santo Stefano Belbo che tre anni fa fu il primo comune del Piemonte a aderire alla manifestazione, così sintetizza il ruolo di Monumenti Aperti nel suo territorio “Monumenti aperti giunge al suo terzo anno, quello della maturità. Nei primi due abbiamo riscoperto, assieme ai ragazzi delle scuole, le nostre tradizioni, le nostre storie, dall’alluvione ai luoghi pavesiani attraverso il filo conduttore della narrazione tra le generazioni. Quest’anno riscopriamo la storia di Santo Stefano Belbo attraverso la storia dell’Italia, dall’inizio del secolo scorso fino ai giorni nostri.”
I MONUMENTI
Tre i monumenti visitabili a Castiglione Tinella
Forn ‘d Narcis. Uno dei due antichi forni di questo piccolo paese, che ha offerto un servizio pubblico agli abitanti per tanti anni, rivestendo un ruolo fondamentale nella storia del luogo. Situato nel cuore del centro storico, risale agli inizi del diciannovesimo secolo; il locale che lo ospita risulta piuttosto ampio e, soprattutto, la camera di cottura è molto capiente e ancora ben conservata: si può quindi comprendere la quantità di pane che veniva quotidianamente sfornato. Il luogo rappresentava un importante punto di incontro e di aggregazione per la comunità che qui si ritrovava ogni giorno per cuocere la pasta che veniva già preparata nelle case.
Il Bosco delle Badie. Il bosco si trova a sud est del paese, non molto lontano dalle case del centro storico e ciò che oggi rimane è una piccola parte della estesa zona boschiva originaria. Nei secoli il bosco ha avuto una importanza fondamentale per la sopravvivenza del popolo in quanto fonte di alimentazione, attraverso la coltivazione del castagno, del noce e anche per la selvaggina, inoltre rappresentava una riserva naturale di legna utilizzata nelle case per la cucina e per il riscaldamento. Ecco che il bosco donava quindi il combustibile indispensabile per l’attività del forno pubblico. La costituzione arborea del Bosco delle Badie risulta essere formata dalle varietà tipiche delle Langhe, in particolare Castagno, Quercia, Roverella, Nocciolino e Pino Silvestre.
Antica chiesa parrocchiale di S. Andrea. L’attuale edificio risale al Settecento ma nasce certamente sulle rovine di una chiesa ancora più antica. Dai primi decenni del secolo scorso l’edificio non ospita più funzioni religiose ed è stato utilizzato per lungo tempo dalla comunità come luogo di incontro sociale. E’ ora oggetto di importanti lavori di ristrutturazione mirati a recuperarne il disegno originale. Per la costruzione di questa chiesa fu appositamente allestita una fornace: questa era localizzata in un luogo dove esisteva una “buona” terra per la cottura dei mattoni, in prossimità del Bosco delle Badie dal quale proveniva il legname che la alimentava.
Sei invece quelli aperti per la seconda edizione della manifestazione a Mango.
Il Castello. Risale alla metà del 1600, quando il marchese Giovanni Antonio Busca fece erigere il palazzo che oggi svetta superbo a dominare il piccolo borgo, diventando la residenza estiva dei marchesi. Tanto che le cronache del tempo ci narrano come il maniero fosse circondato da un giardino popolato da splendide piante esotiche. Oggi, dopo un restauro esemplare, ha saputo conservare integra la sua maestosa e severa bellezza ed è fiero di ospitare al primo piano l'Enoteca Regionale “Colline del Moscato”, impegnata nella valorizzazione del Moscato e dell'Asti Spumante, orgoglio delle nostra terra generosa.
La chiesa parrocchiale dei SS. Giacomo e Cristoforo. Di forma barocca, fu ricostruita negli anni che vanno dal 1642 al 1652, successivamente a metà '800 venne rifatta la facciata. E' affiancata dal bel campanile barocco in pietra, la cui costruzione impegnò gli uomini di Mango negli anni che vanno dal 1742 al 1753. Il nuovo e bel campanile, aggraziato e svettante verso il cielo, aveva bisogno di un orologio, che venne donato dal marchese Giuseppe Busca.
La chiesa dei Battuti. Alla fine del '500 viene eretta la chiesa della SS.Trinità nei pressi della porta di Frave e nasce la compagnia dei Battuti. Battuti Rossi, il cui compito era quello pietoso di dare sepoltura ai morti. La chiesa fu completamente rifatta nel 1702, e nel 1766, durante il marchesato di Francesco Busca, venne ricostruito il campanile, più robusto per sostenere una nuova campana.
Monumento al cane. “Amo gli uomini senza distinzione di colore e di confini. Dico grazie a chi mi dà un pezzo di pane. Non odio, perdono e sono solamente un cane” Oreste Gallina, poeta di Mango, vissuto nel secolo scorso. Frase che porta un messaggio molto chiaro e molto attuale. Il cane è sempre fedele, leale, non odia, non emargina, perdona, tollera, rispetta … l'uomo?
Sono due i monumenti che la comunità di Mango ha dedicato in passato al cane: una lapide e la scultura dell'artista di Canelli Paolo Spinoglio, che si trova nel giardino del castello.
Porta Avene. Siamo all'entrata del paese di Mango. Mango vanta antichissime origini, era un insediamento militare in epoca romana. Il medioevo lo vede piccolo, ma vivace protagonista di vicende motivate dalla sua posizione strategica: da qui passava l'antica Magistra Langarum che portava dalle terre di collina al mare. Il nome Mango deriva dalla parola “Mangano” antica arma da guerra, usata per lanciare pietre.
Frave, Vene, Vaglio furono i tre borghi che alla fine del '200 diedero vita al paese di Mango, dopo essere stati distrutti dall'esercito astigiano durante una battaglia contro la vicina Alba. Era il 1275.
La casaforte. La Casaforte è composta di due torri medioevali che risalgono al 1000 – 1200, oggi collegate da un giardino d'inverno, dedicato ai quattro elementi naturali: aria, acqua, terra, fuoco, a creare un cortile interno che richiama un po' nelle intenzioni, la casa romana con l'impluvium al centro. Nel corso del restauro si è cercato di riscoprire gli spazi originali delle torri, ripristinando i livelli del tempo antico e così sono venuti alla luce parti della Casaforte che il tempo aveva completamente dimenticato: i sotterranei che la collegavano al castello di Mango, una caverna, in parte naturale, in parte ampliata, dove una sorgente di acqua pura forma un lago, con tanto di effetto eco. Esistono passaggi segreti e una cisterna circolare profonda 23 metri, illuminata e visibile.
Appartengono alla Casaforte tutta una serie di leggende e che oggi, a sentirle narrare, contribuiscono a creare l'effetto di isola del tempo, dove passato, presente e futuro si intrecciano, per raccontare tutto il fascino della nostra terra di Langa.
A Santo Stefano Belbo, accanto ai monumenti classici, sarà lo stesso paese a divenire, tutto, un monumento.
Fondazione Cesare Pavese. Il Centro Studi “Cesare Pavese” fu istituito nel 1973. Nel 2000 la sede è stata trasferita nel complesso comprendente la chiesa sconsacrata dei Santi Giacomo e Cristoforo (dove nel 1908 è stato battezzato lo scrittore) e l’annesso edificio del Centro. La Fondazione, riferimento per le manifestazioni nazionali e internazionali su Pavese, accoglie il Museo pavesiano costituito da libri, edizioni autografe, traduzioni, copie di manoscritti ed effetti personali. La chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo risale al XIV secolo, rimaneggiata in epoca barocca, sfoggia oggi una facciata realizzata nel 1887. Visite guidate a cura della Fondazione Cesare Pavese.
Casa natale di Cesare Pavese. L’architettura della casa, priva dell’originario giardino, si discosta da quella tradizionale contadina. Da tempo non appartiene più ai Pavese: fu venduta dopo la morte del padre, cambiando diversi proprietari e la struttura di partenza, conservando comunque un forte valore emozionale. Nei locali della casa ha sede il Cepam, Centro Pavesiano Museo Casa Natale, istituito nel 1976, il quale organizza diversi premi e cura l’allestimento di mostre. La casa ospita arredi di inizio secolo e testimonianze relative alla vita di Pavese: lettere, libri, fotografie, recensioni e tesi di laurea. Visite guidate a cura del CE.PA.M
Casa di Nuto. Mediatore tra Pavese, formatosi in città, e la realtà delle Langhe, fu Nuto (al secolo Pinolo Scaglione). Dai suoi racconti Pavese attinge a piene mani, reinventa e trasfigura. La casa-laboratorio di Nuto era una finestra aperta sul mondo, tutti erano obbligati a passargli davanti e per ognuno il discorso era tagliato su misura. Oggi la Casa di Nuto è diventata un museo interattivo, attraverso il quale si possono provare le emozioni di un antico mestiere, quello del falegname, di una passione, quella per la musica, e di un’amicizia, quella tra lui e Pavese. Visite guidate a cura della Fondazione Cesare Pavese.
La cucunera. In occasione della manifestazione verrà aperto, grazie alla collaborazione della famiglia proprietaria, il giardino della Cucunera, la casa dei bachi da seta: un grande edificio a tre piani per la lavorazione del baco da seta. Per i contadini di quel tempo la lavorazione del baco da seta costituiva un aiuto per le risorse delle famiglie non essendoci altre industrie oltre la lavorazione della campagna e della vite. Il meraviglioso e unico spazio antistante all'antico locale dove venivano custoditi i bachi da seta. Il giardino, che sovrasta l'antica Via Marconi, è parte della zona più antica di Santo Stefano Belbo e, assieme alla Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, racconta la storia dei santostefanesi.
Il comune di Santo Stefano ha inoltre deciso di fare del paese stesso un “monumento” all’insegna dei luoghi che sono stati immortalati dal suo cittadino più illustre, Cesare Pavese. Una splendida quinta teatrale che farà da sfondo ai dialoghi recitati dagli alunni dell’Istituto Comprensivo “Cesare Pavese” che, in una immaginaria macchina del tempo animeranno vie e piazze in alcune epoche storiche. I visitatori potranno immergersi in un recente passato guidati da testi, musiche, immagini e tweet elaborati dai ragazzi della scuola Primaria e Secondaria di primo grado. In collaborazione con Pierluigi Vaccaneo, Luigi Dal Cin e Francesca Spissu.
EVENTI COLLATERALI
Un ricco calendario di attività collaterali arricchirà le visite ai monumenti. L’elenco completo è consultabile nei materiali informativi della manifestazione e nel sito www.monumentiaperti.com
INFO UTILI
I monumenti di Castiglione Tinella saranno visitabili gratuitamente, il pomeriggio della domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00.
A Mango invece si potranno visitare domenica dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Infine a Santo Stefano Belbo le visite sabato 28 alla Fondazione Cesare Pavese dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
I monumenti saranno visitabili domenica 29 maggio dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
LA MANIFESTAZIONE
La manifestazione nata a Cagliari nel 1997 quest’anno ha festeggiato l’importante compleanno dei vent’anni. Per il decimo anno consecutivo, Monumenti Aperti ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica e per il quarto anno anche il Patrocinio della Presidenza della Camera dei Deputati e del Senato.
Cagliari Monumenti Aperti è sostenuta dall'Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, dalla Provincia di Cagliari, dalla Fondazione di Sardegna e da tutte le amministrazioni comunali che aderiscono all’iniziativa. Partner istituzionali sono anche il Consiglio Regionale della Sardegna, il MIUR e il MIBACT.
Monumenti Aperti è un evento organizzato dall’Associazione Culturale Imago Mundi ONLUS, in qualità di coordinatore della rete regionale e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari ed è supervisionato da un Comitato Scientifico Promotore. Comitato Scientifico promotore che, a partire da questa ventesima edizione inizia a prendere forma ufficiale con la sottoscrizione dei primi due protocolli che legano la manifestazione sia all' Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari che la Camera di Commercio di Cagliari.
Non cambia la formula della manifestazione che punta a valorizzare siti spesso sconosciuti o inaccessibili in altre occasioni, affidando la narrazione del patrimonio storico artistico e naturalistico principalmente agli studenti, dalle scuole elementari all’università, che rappresentano l’80% circa dei volontari coinvolti.
Un lungo percorso quello che riassume la storia di questa manifestazione che nata a Cagliari nel 1997, grazie all'iniziativa della Associazione Ipogeo e subito dopo di Imago Mundi, ha saputo coinvolgere numerose amministrazioni comunali. Da allora ad oggi sono 119 i comuni che almeno una volta hanno preso parte a Monumenti Aperti.