Si è svolta a Santo Stefano Belbo l’assemblea del Coordinamento terre del Moscato. Un nuovo incontro che ha raggruppato operatori e amministratori di questo comparto, dopo l’ultima occasione di dibattito che si è svolta lo scorso dicembre. Da allora le questioni non sono cambiate e registrano ormai una gravità dichiarata. Le ultime festività non hanno scosso i numeri di mercato dell’Asti spumante, che ha chiuso il 2015 con 52 milioni di bottiglie vendute, mentre il Moscato d’Asti tappo raso si attesta sui 22 milioni. Ma il numero che fa veramente paura è 500 mila: tanti sono gli ettolitri che fissano le attuali giacenze e che rendono evidenza alla parola “crisi”. La riunione, molto partecipata, ha visto anche la presenza del presidente di Assomoscato, Giovanni Satragno, del sindaco di Santo Stefano Belbo e presidente dell’Associazione Comuni del Moscato, Luigi Icardi, e di rappresentanti delle Unioni sindacali.
Mentre il pensiero va ovviamente alla prossima vendemmia, per la quale oggi si parla con rabbia di una resa a 65 quintali per ettaro, c’è sul tavolo la richiesta urgente di azioni già indicate mesi fa: la “costruzione” di un Consorzio di tutela equilibrato, la richiesta d’incontri regionali che analizzino per tempo lo sviluppo della situazione del comparto e la nuova idea di mercato che vorrebbe proporre anche il Moscato d’Asti spumante. I contadini, quindi, attendono con impazienza che si possa definire il nuovo organismo del Consorzio dell’Asti per iniziare a lavorare sui progetti, tra cui proprio quello del Moscato d’Asti spumante, per il quale si era previsto una sorta di “tavolo consultativo”.