Per la prima volta nella sua storia, Monumenti aperti esce dai confini regionali della Sardegna. Il paese di Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, ha infatti adottato la manifestazione che si terrà il 24 e 25 maggio con un programma di visite guidate e iniziative collaterali dedicate sia alla figura di Cesare Pavese, il grande scrittore piemontese che qui nacque nel 1908, sia all’alluvione che si abbatté sul territorio nel 1994 e di cui, dunque, ricorre quest’anno il ventennale. La partecipazione del Comune piemontese alla diciottesima edizione di Monumenti Aperti è frutto della volontà dell’Amministrazione comunale, della Fondazione “Cesare Pavese" e delle Scuole dell’infanzia, scuole primarie e scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo “C. Pavese”.
Sabato 24 maggio, con inizio alle ore 17, negli spazi della Fondazione Pavese, si terrà la cerimonia inaugurale alla quale parteciperanno tutti gli studenti coinvolti e le istituzioni pubbliche e private che sostengono la manifestazione. I monumenti saranno visitabili gratuitamente domenica 25 maggio dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 quando quasi duecento studenti della primaria e delle medie, attraverso la storia da loro creata per l’occasione insieme allo scrittore Luigi Dal Cin, diventeranno le specialissime guide che racconteranno i monumenti e le opere d’arte del loro comune, rendendo, in questo modo, godibile e accattivante per tutti il prezioso patrimonio artistico e storico del loro comune.
Dal Cin, autore di oltre 90 libri per ragazzi e Premio Andersen 2013, sarà anche protagonista di uno spettacolo ispirato alla narrazione della bellezza ed in particolare alla figura di Pavese e ai suoi luoghi del cuore colpiti dall’alluvione del ’94, che si terrà sabato 24 maggio nel corso della cerimonia inaugurale.
Nelle parole del Sindaco, Luigi Genesio Icardi un grande entusiasmo per Monumenti aperti che considera: un’occasione per riscoprire la nostra identità, il nostro forte legame con la Terra che ci ha dato i natali, e farlo con la voce delle nuove generazioni, dei nostri figli, delle persone che saranno i testimoni, nei prossimi anni, delle bellezze che le nostre colline sanno ancora offrire a tutti quelli che vorranno scoprirle il 24 e 25 maggio. Il suo augurio è che questo possa essere il primo passo verso un maggiore e sempre più forte attaccamento al nostro paese, utilizzando ciò che ci contraddistingue da tutti, cultura, paesaggio ed enogastronomia. Mentre l’Assessore alla cultura, Barbara Gatti, sottolinea come nel ventennale dell’alluvione del 1994 sia interessante vedere i bambini ed i ragazzi, che naturalmente non hanno vissuto quell’esperienza, confrontarsi con le testimonianze ed i ricordi dei più grandi, che di sicuro saranno in grado di farci vedere tutto ciò che crediamo di conoscere benissimo, sotto una luce più nuova e vera, che caratterizza proprio il loro animo. Ugo Rapetti, Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Cesare Pavese”, mette in risalto il lavoro svolto da insegnanti e alunni che, in collaborazione con lo scrittore Luigi dal Cin, hanno raccolto testimonianze, realizzato racconti ed elaborato grafici che hanno permesso loro di comprendere la gravità dell’alluvione e scoprire gli innumerevoli gesti di solidarietà che hanno fatto rinascere la nostra scuola e la nostra comunità.
Particolarmente impegnata nell’organizzazione della manifestazione a Santo Stefano Belbo è naturalmente la Fondazione Cesare Pavese, che per voce del suo direttore Pierluigi Vaccaneo così dice: La Fondazione Cesare Pavese ha un'attenzione particolare per i progetti legati alla divulgazione culturale tra le nuove generazioni. Avvicinare i giovani alla storia della propria Terra di origine e farlo intrecciando profondamente queste tematiche a quelle narrate da uno scrittore riconosciuto in tutto il mondo come Pavese, oltre ad essere un'opportunità unica, significa compiere una potente operazione di riappropriazione e salvaguardia del territorio. I ragazzi di Santo Stefano diventeranno custodi delle nostre colline, raccontandone non solo la storia ma anche l'anima, perché, come direbbe Pavese: "Che cos'è questa valle per una famiglia che viene dal mare, che non sappia niente della luna e dei falò? Bisogna averci fatto le ossa, averla nelle ossa come il vino e la polenta, allora la conosci senza bisogno di parlarne. Grande soddisfazione da parte dell’associazione culturale Imago Mundi che organizza la manifestazione. Ecco le parole del suo presidente Fabrizio Frongia: E' con una certa emozione che, a nome dell'associazione Imago Mundi e di quanti ogni anno partecipano a questa straordinaria esperienza, saluto l'ingresso del comune di Santo Stefano Belbo che entra nel circuito di Monumenti Aperti. E questo proprio nell'anno in cui la manifestazione taglia il traguardo dei diciotto anni di vita. Un traguardo importante sia perché per la prima volta varca i confini pur bellissimi della Sardegna, sia perché Santo Stefano Belbo evoca nel mondo la figura del grande Pavese, un patrimonio culturale di immenso valore. Gettiamo così le basi per un legame che ci auguriamo possa essere foriero di iniziative sempre più stimolanti. Un ringraziamento a tutti quanti hanno reso possibile questa tappa ma soprattutto agli studenti che, ne sono certo, daranno lustro a questa splendida esperienza di valorizzazione del patrimonio culturale.
Il programma di Santo Stefano Belbo
A Santo Stefano Belbo tutto ricorda il grande scrittore ed i suoi romanzi: dalle vie del centro alla casa natale, dai nomi delle località alla casa di Nuto e ben 3 dei 5 monumenti aperti ne sono la testimonianza.
La casa natale di Cesare Pavese, è quella in cui i genitori trascorrevano le villeggiature estive. L’architettura della casa, in cui non c’è più l’originario giardino, si discosta da quella tradizionale contadina, denota già un gusto da piccola borghesia provinciale trapiantata in città. Il paesaggio dell’infanzia, quel mondo fantastico di vigne, rive e colline, perduto con la vendita della casa, ma pensato e sognato dalla città, fu il vivaio di materiali cui lo scrittore attinse.
La Casa di Nuto ora è un museo interattivo, ma è stata grazie al suo proprietario il punto di contatto tra Cesare Pavese e la realtà delle Langhe. Fu infatti Nuto (al secolo Pinolo Scaglione) a condurre lo scrittore tra i sentieri, per le vigne, sulle creste dei colli e gli ha raccontato le storie dei vivi e dei morti della valle chiusa dalle colline dove non gli anni ma soltanto le stagioni contano e il tempo non passa.
La Fondazione Cesare Pavese ha sede dal 2000 nel complesso comprendente la Chiesa sconsacrata dei Santi Giacomo e Cristoforo, dove nel 1908 è stato battezzato lo scrittore, e l’annesso edificio nel centro storico di Santo Stefano Belbo. Il Museo pavesiano è costituito da libri appartenuti allo scrittore, alcune prime edizioni autografe delle sue opere, varie traduzioni sempre in prima edizione, copie di manoscritti, le sue due pipe, la penna, ma soprattutto la copia originale dei Dialoghi con Leucò su cui Pavese ha vergato l’ultima frase prima di morire: “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.”
Due i monumenti legati al territorio: il torrente Belbo nelle cui acque allora immacolate si andava a pescare e a fare il bagno, e che separa nettamente le due colline di Gaminella e del Salto, con in mezzo la piana delimitata da lunghe file di pioppi (che Pavese chiama con un dialettismo albere) insieme alla collina di Moncucco che domina tutta la valle del Belbo e da cui il 4 agosto di ogni anno parte il segnale per l’accensione dei falò.
Infine sarà visitabile la Cappella della Madonna delle rose che fu eretta dai padri benedettini ma si rivelò troppo piccola per i numerosi fedeli, fu nel 1908 ampliata con il materiale proveniente dalla Chiesa di San Rocco. In questo monumento è ancora possibile osservare i segni lasciati dall’alluvione del ’94.
Cos'è "Monumenti aperti"
Nata nel 1997 dall’intuizione di un gruppo di universitari di Cagliari, appassionati di storia, la manifestazione è cresciuta fino a diventare uno dei principali appuntamenti culturali in Sardegna tanto da ricevere l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, della Presidenza della Camera dei Deputati e del Senato.
Una grande festa dei beni culturali alla quale gli studenti delle scuole ogni anno fanno a gara per partecipare, “adottando” un monumento e diventando ciceroni, per un fine settimana in cui i monumenti vengono “presi d’assalto” da residenti e turisti. Un’iniziativa che ha conquistato l’attenzione di scrittori, storici dell’arte e autori come Alessandro Baricco, Philippe Daverio e Susy Blady che in questi anni sono stati protagonisti di affollatissimi incontri con il pubblico.
Organizzata dalla ONLUS Imago Mundi, affiancata e sostenuta dalle singole amministrazioni comunali, dalla Regione Autonoma della Sardegna e da diversi partner privati, Monumenti Aperti si propone ogni anno di aprire luoghi solitamente inaccessibili o difficilmente visitabili, appartenenti al patrimonio storico-artistico delle varie città e di “restituirli” al vasto pubblico ogni volta con racconti diversi.
Alle visite ai monumenti condotte dagli studenti e da volontari di associazioni, si è ormai affiancato un programma sempre più nutrito di incontri letterari, iniziative dedicate all’infanzia, animazioni musicali, proposte enogastronomiche legate al territorio, di installazioni sonore ed esibizioni teatrali nei monumenti e nelle piazze che contribuisce a rendere la manifestazione ancora più coinvolgente e partecipata.
Dopo il successo delle prime edizioni cagliaritane, la Regione Sardegna e molte amministrazioni locali hanno chiesto di poter attivare la manifestazione sul resto del territorio isolano. E così dal 2005 Monumenti Aperti oltre che a Cagliari viene realizzata, sempre sotto il coordinamento della ONLUS Imago Mundi, in circa 50 comuni, tra cui Sassari, Oristano, Quartu Sant’Elena, Alghero, Carbonia e Iglesias. Circa 500 i monumenti aperti ogni anno in sei fine settimana da maggio a giugno, sia sul fronte dei beni culturali che su quello dei beni naturali, che comprendono edifici sacri, antichi palazzi, archeologia industriale, aree marine, lacustri e montane di particolare rilevanza. A presentarli ai circa 300.000 visitatori sono oltre 10.000 studenti volontari provenienti, in massima parte, dalle scuole di ogni ordine e grado.
Il 2014, con la partecipazione del comune di Santo Stefano Belbo, costituisce dunque una tappa significativa in quanto,per la prima volta, la manifestazione si apre al circuito nazionale.
Monumenti aperti in internet
All’indirizzo www.monumentiaperti.com è possibile avere accesso a più informazioni, sempre aggiornate, e a materiali video fotografici che restituiranno in modo più completo il “racconto” della manifestazione e dei luoghi che la ospitano.
Sulla pagina di Facebook monumentiapertisardegna e sull’account di Twitter @monumentiaperti con l’ashtag #maperti2014 sarà possibile condividere in tempo reale sensazioni e immagini in diretta dai luoghi di svolgimento.
La manifestazione sarà presente inoltre sui social media della Fondazione Pavese ai seguenti indirizzi:
Facebook: pagina Fondazione Cesare Pavese https://www.facebook.com/pages/Fondazione-Cesare Pavese/218812928974?fref=ts.
Twitter: @PaveseCesare.