Sono stati da poco ultimati i lavori, che hanno permesso l’adeguamento ai parametri azoto e fosforo ai sensi della predetta Normativa Comunitaria, al depuratore consortile di Santo Stefano Belbo relativi al 1° Lotto Completamento. Attualmente la potenzialità dell’impianto di depurazione è dunque di circa 122.000 “abitanti equivalenti” con i seguenti limiti allo scarico: COD 125 mgl, BOD5 25 mgl, SST 35 mgl, Azoto Totale < 10 mgl, Fosforo Totale < 1 mgl. Sulla scorta degli ottimi risultati ottenuti nel periodo di collaudo funzionale, il 9 Aprile 2014 è stato eseguito il collaudo amministrativo del primo lotto di lavori (per un importo pari a circa 1milione 8mila euro). Al collaudo erano presenti i vertici della ditta SISI, attuale gestore dell’impianto, i funzionari della Regione Piemonte, il sindaco di Santo Stefano Belbo Luigi Genesio Icardi e le imprese esecutrici dei lavori.
Sono molto soddisfatto dei risultati che stiamo ottenendo dalla gestione del depuratore – ha dichiarato il sindaco di Santo Stefano Belbo Luigi Genesio Icardi - sia da un punto di vista ambientale, per una sempre maggiore tutela e attenzione nei confronti della qualità e della salute delle acque del Belbo, che da un punto di vista operativo nei confronti delle numerose aziende produttrici di Moscato sul terriorio. Con questi interventi la popolazione della Valle Belbo potrà contare su un fiume pulito e monitorato e su un continuo sviluppo economico dato dal Moscato d’Asti, motore della nostra economia. Gran parte del merito per questi risultati va a SISI.
La SISI ha assunto la funzione di gestore dell’impianto di Santo Stefano Belbo con Delibera della Conferenza AATO/4 n. 10/09 del 25 maggio 2009 e con il successivo accordo convenzionale tra AATO/4 e SISI stessa, avvenuto il 27 maggio 2009. La titolarità dello scarico, è stata ufficializzata, sempre a SISI, con Autorizzazione Provinciale n. 369 rilasciata il 13 luglio 2009. Dal 2009 ad oggi la Società SISI Srl ha realizzato interventi presso l’impianto di depurazione di Santo Stefano Belbo per oltre 3milioni e 4mila euro di cui 900mila finanziati dalla Regione Piemonte e la restante parte con fondi propri; inoltre, per la copertura dei costi di gestione, si spendono oltre 900mila euro all’anno per “personale, reagenti, energia elettrica, smaltimento fanghi e manutenzioni” necessari per il rispetto dei limiti di legge dei i reflui scaricati nel Torrente Belbo, che dal primo gennaio 2014 devono rispettare la direttiva 91/271/CEE.
Dal 2009 – conclude Icardi - sono stati fatti notevoli sforzi economici da parte della SISI Srl per il raggiungimento degli attuali standard. Deve comunque restare alta l’attenzione verso la qualità delle acque immesse nel Torrente Belbo e nei suoi numerosi affluenti a monte e a valle del predetto impianto, in quanto, senza la fattiva collaborazione e attenzione di tutti i soggetti pubblici e privati, l’operato di realtà come l’impianto di Santo Stefano Belbo rischia di venire vanificato.