Santo Stefano Belbo, paese del Moscato d’Asti, è stato invitato al gemellaggio con la Città del vino Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone, in occasione dell’annuale sagra eno-gastronomica locale: un evento, giunto alla sessantaseiesima edizione, che ha visto il paese piemontese protagonista il 25, 26 e 27 aprile scorsi, in una tre giorni di eventi dedicati alla presentazione delle specificità eno-gastronomiche santostefanesi. Per l’occasione, e visto il legame culturale tra Santo Stefano Belbo, paese natale di Cesare Pavese, e Casarsa, paese dell’infanzia di Pier Paolo Pasolini, il Comune friulano ha allestito una serie di appuntamenti istituzionali di grande respiro.
Un convegno di studi dal titolo “Il turismo culturale: come valorizzare il nostro territorio grazie a quello che la storia ci ha lasciato: poeti, poesie, paesaggio” organizzato come tavola rotonda, per la cura di Iole Piscolla (Associazione Nazionale Città del Vino), ha visto i saluti di benvenuto dell’on. Giorgio Zanin, Alessandro Ciriani (presidente Provincia di Pordenone), Lavinia Clarotto (sindaco di Casarsa), Luca Penna (direttore Concentro-CCIAA di Pordenone), Valter Pezzarini (presidente Comitato Fvg Unpli), Teresa Tassan Viol (presidente Centro Studi Pasolini), Giuseppe Maccagnano (presidente ProCasarsa), Tiziano Venturini (coordinatore Fvg Città del Vino) e di Venanzio Francescutto (ambasciatore nazionale Associazione Città del Vino). A seguire, tre interessanti relazioni di Magda Antonioli Corigliano, direttore master economia del turismo Un. Bocconi di Milano (Cultura, Heritage e Turismo: reputazione e brand (letterari) per la promozione integrata del territorio), Ugo Morelli, Un. Di Bergamo (Paesaggio lingua madre), e Alessio Catalini, saggista e autore di “La patrimonializzazione della letteratura. I festival letterari e gli scrittori-campanile” (L’uso della letteratura in chiave patrimoniale. Come gli scrittori trasformano, a livello simbolico, identitario e turistico, i territori in cui affondano le loro radici).
Al termine delle relazioni, per un incrocio di prospettive fra tre “eccellenze” del turismo culturale, si sono confrontati Francesco Valenti, Lavinia Clarotto e Luigi Genesio Icardi, sindaci dei Comuni legati rispettivamente alla memoria di Tomasi di Lampedusa, Pasolini e Pavese, e cioè Santa Margherita di Belice, Casarsa e Santo Stefano Belbo. Il giorno successivo, presso Casa Colussi, sede del Centro Studi Pasolini, si sono incontrati i responsabili delle case legate alla memoria e allo studio di Cesare Pavese e di Pier Paolo Pasolini, rispettivamente dislocate a Santo Stefano Belbo (in provincia di Cuneo), dove nel 1908 nacque l’autore di La luna e i falò, e a Casarsa della Delizia, paese materno e luogo sentimentale e poetico del giovane Pier Paolo.
L’occasione ha visto riuniti Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Pavese, Luigi Gatti, presidente di Cepam – Centro Pavesiano Museo Casa Natale, e Angela Felice, direttore del Centro Studi Pasolini di Casarsa, tutti coinvolti per uno scambio sulle attività e le prospettive delle case poetiche affidate alle loro cure, oltre che in vista di progetti e incroci culturali da concertare in futuro. A loro si è unito lo studioso e critico letterario Massimo Raffaeli, che con la conferenza dal titolo “Opposti/complementari: Pavese e Pasolini” ha perlustrato le tracce dei rapporti tra i due scrittori, indagandone affinità e divergenze dentro la mappa di una comune tensione letteraria e intellettuale. In un momento di crisi come quello attuale – ha spiegato il sindaco di Santo Stefano Belbo, Luigi Genesio Icardi – uscire dai propri confini territoriali per incontrare altre realtà che, come le nostre, possono vantare eccellenze non solo enogastronomiche ma anche culturali, è sicuramente un’opportunità da cogliere e sfruttare. Da un recente speciale apparso su Repubblica si evince, secondo uno studio commissionato dalla Camera di Commercio di Monza, che Santo Stefano Belbo, per essere paese natale di Pavese, varrebbe circa 65 milioni di euro, mentre Casarsa, legato a doppia mandata con la figura di Pasolini, si fisserebbe attorno a 91 milioni: cifre ipotetiche ma che ci impongono un ragionamento e una riflessione approfondita, cosa che si è verificata nella due giorni di studi a Casarsa.