Il Comune di Santo Stefano Belbo, in collaborazione con la Provincia di Cuneo e Telecupole Piemonte organizzano una grande serata in omaggio a due indimenticabili protagonisti della musica e della cultura popolare piemontese, Gipo Farassino e Mario Piovano, a conclusione del progetto avviato nel 2013 e inserito nel Piano Provinciale per i Giovani. Sabato 15 marzo alle 20,30 nel Salone delle Feste de Le Cupole di Cavallermaggiore sarà PARÒLE ‘D NÒST CHEUR, Musica e parole per celebrare le radici e il cuore della lingua piemontese. Conducono Piero Montanaro e Daniela Bertolino con:
Una grande serata ad ingresso libero dedicata alla riscoperta delle tradizioni della nostra terra, attraverso i linguaggi della nuove generazioni. <Una serata – spiega il sindaco di Santo Stefano Belbo – che rappresenta la tappa finale di un percorso avviato un anno fa nell’ambito del Piano Provinciale per i Giovani, promosso dalla Provincia di Cuneo e rivolto ai giovani di età compresa tra i 15 e 35 anni>. Obiettivo del progetto è stato quello di favorire l'incontro dei giovani attraverso l'organizzazione di iniziative di tipo culturale, avvalendosi anche della collaborazione delle associazioni giovanili presenti sul territorio quali: l’Associazione Filarmonica Sanstefanese e la Fondazione Cesare Pavese. Il progetto coniuga l’esigenza di offrire un’opportunità di svago ai giovani insieme ad una occasione di formazione e specializzazione in un settore particolare quale quello delle arti visive e della musica. Le zone coinvolte nel progetto sono parte di un’area che è ricca di tradizioni e di cultura ma che risulta essere svantaggiata soprattutto per via della scarsità di collegamenti agevoli con le città dove, inevitabilmente, ci sono più occasioni di svago e di lavoro.
Il progetto ha voluto quindi valorizzare la creatività ed il talento dei giovani in relazione alle professioni legate alle arti visive, alla musica e alla multimedialità attraverso la formazione di giovani musicisti che, in un viaggio alla scoperta della proprie tradizioni, hanno così avuto modo di valorizzare al meglio le proprie capacità artistiche e di farsi conoscere ad un pubblico ampio.
<Il progetto – conitnua Icardi - è stato realizzato con l’attivazione, in via prioritaria, di un corso musicale aperto ai giovani che ha trattato sia l’aspetto didattico sia l’aspetto strumentale: è stato infatti oggetto di studio non solo l’utilizzo di uno strumento ma anche la storia delle tradizioni e della cultura popolare collegata alla musica della nostra terra. Nello stesso tempo sono stati realizzati video e riprese volte a conoscere meglio le nostre tradizioni e le nostre storie>.
Al progetto ha partecipato anche la Fondazione Cesare Pavese che dal 2012 sta sperimentando i nuovi strumenti di comunicazione con i progetti dedicati alla diffusione dell’opera di Cesare Pavese attraverso i social network. <Anche in questo caso - spiega Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Cesare Pavese – si vuole trovare un nuovo mezzo, affine alle contemporanee modalità di diffusione del sapere, per avvicinare i giovani ai grandi temi culturali. Usare l’opera di Pavese significa rendere ulteriore omaggio a come lo scrittore aveva impostato il proprio percorso poetico, fatto di innovazione e tutela di un passato ricco di significazioni profonde ed eternamente legate all’uomo>.