A Casa Pavese domenica 8 dicembre alla fine il pubblico è arrivato, accogliendo l'invito del prof. Luigi Gatti e del Sindaco di S. Stefano Belbo Luigino Icardi che hanno allestito il tradizionale incontro annuale proponendo un dibattito sull'impatto della burocrazia nel lavoro dei nostri vitivinicoltori. E proprio il Sindaco Icardi ha aperto gli interventi percorrendo attraverso preziose note storiche il ruolo delle “faccende burocratiche” da sempre applicate alla attività lavorativa e amministrativa dell'uomo. E' toccato poi a Federico Vacca della Coldiretti parlare di “oppressione burocratica” e constatare che la politica amministrativa non si è finora sufficientemente occupata di una burocrazia che pare occupi almeno cento giorni in ogni anno lavorativo di un nostro agricoltore e vinificatore. Vacca ha ricordato ancora che dal 2009 si susseguono incontri a livello locale, provinciale, regionale e nazionale per sensibilizzare la semplificazione burocratica del settore ma finora senza alcun risultato, mentre continuano a esistere sanzioni che spesso non trovano giustificate condizioni. Interessante l'esposizione di Guido Bezzo per il Consorzio di Tutela che ha puntualizzato sugli aspetti burocratici legati all'esportazione dei prodotti all'estero, informando dell'esistenza di siti web come www.ice.gov.it che contiene una guida documentata per questo tipo di attività e ponendo l'attenzione sull'importanza della tracciabilità e delle indicazioni relative ai valori nutrizionali o agli eventuali residui di pesticidi usati in vigna: dati particolarmente sensibili per il commercio estero dei vini. Anche l'enologo Lorenzo Tablino ha attinto, come il Sindaco Icardi, ai tempi andati con un personale amarcord storico sulle vicende burocratiche che hanno sempre accompagnato il lavoro dei nostri vinificatori. Giovanni Satragno della Produttori Moscato ha parlato di “contadini delusi che vagano da un ufficio all'altro con inutili scartoffie”, non intravedendo vie d'uscita e certo che tra dieci anni non sarà cambiato nulla. Ezio Pellissetti di Valoritalia ha affrontato le delicate questioni relative alla attività del suo organismo di controllo e ha difeso la “burocrazia buona”, quella che offre strumenti efficaci, ricordando anche che l'attuale affaccio ai nuovi mercati ha bisogno di una comunicazione e di una informazione adeguate, certamente diverse rispetto a quelle che interessano il mercato interno: una burocrazia mirata, semplice ed efficace rappresenta una vitale importanza per il futuro commercio del nostro vino nei nuovi Paesi. Hanno chiuso l'incontro i brevi interventi del vicepresidente della Provincia di Cuneo Giuseppe Rossetto, di Giovanni Bosco del CTM e dell'onorevole Massimo Fiorio che ha assicurato il suo impegno presso il governo centrale riguardo alle questioni legate alla burocrazia in campo vitivinicolo.