La forza della vita è il titolo del libro di Alberto Manzo, da qualche giorno nelle edicole di Canelli, Cossano e Santo Stefano Belbo al costo di 10 euro. Trent’anni appena compiuti che il neofita scrittore santostefanese racconta in 140 pagine tra scritti e fotografie. La storia comincia quando viene al mondo all’ospedale infantile “Regina Margherita” di Torino alla ventiseiesima settimana di gestazione: è prematuro e pesa appena un chilogrammo.
Ma perché ha deciso di raccontarsi in un libro?
«Perché, appena nato, ho vissuto per due mesi tra la vita e la morte, in quanto i polmoni non si aprivano. Poi, quando ormai anche i medici stavano abbandonando le speranze, è successo il miracolo: senza aiuti esterni cominciai a respirare da solo. Era la forza della vita».
Energia vitale che Alberto non smette mai di coltivare, nonostante qualche segno che la nascita prematura gli ha lasciato addosso. Forse proprio da qui scaturisce la forza che lo anima.
Di cosa parla nel suo libro?
«È un viaggio dalle origini: ci sono i nonni, gli zii, i genitori. Racconto le mie esperienze scolastiche, le canzoni che segnano gli anni della giovinezza, le ferie al mare, gli anni dell’università, l’alluvione e, soprattutto, il grande insegnamento ricevuto da papà e mamma».
Ricorda un aneddoto?
«A dieci anni, mio padre mi portò a Venezia. Per due giorni vivemmo in un hotel di lusso. Poi, d’improvviso, mi disse di aver terminato i soldi e che dovevamo accontentarci di una pensione dove dormire e di ristoranti meno eleganti. Non era vero, ma ciò servì per farmi capire, qualche tempo dopo, che nella vita bisogna essere pronti a tutto e non smettere mai di lottare».
Che cosa vuole lasciare a chi legge il suo libro?
«Entrare nel cuore della gente per lasciare un segno di speranza e il desiderio di non mollare mai».