Anche la vendemmia 2013 è andata in archivio e nelle aziende si tracciano i primi consuntivi. Alla Toso di Cossano Belbo c’è soddisfazione per un’ottima qualità complessiva: uve sane, gradazioni zuccherine (e quindi alcoliche) non esuberanti, ma in equilibrio con la struttura acida.
Quanto alle uve nere destinate a produrre vini rossi, la situazione è un po’ contradditoria, soprattutto nel caso del Dolcetto, la cui maturazione si è rivelata a macchia di leopardo, con maggiori ritardi nelle zone a più forte altitudine. Una situazione che potrebbe non influenzare la tipologia qualitativa dei vini, che si annunciano fragranti e di moderata alcolicità, una situazione ideale per il Dolcetto d’Alba destinata al consumo giovane e quotidiano.
Migliore è stata la maturazione delle uve Barbera, in genere prodotte in vigneti situati a quote altimetriche più basse. Anche in questo caso, mancano le punte di gradazioni zuccherine verificate negli ultimi anni e le strutture acide sono più consistenti, con una quota importante di acido malico. Precisa Massimo Toso, enologo e responsabile tecnico dell’azienda: «In questa vendemmia abbiamo testato su una partita di Barbera un lievito particolare che, oltre alla produzione dell’alcool dagli zuccheri, determina lo sviluppo della fermentazione “malolattica”, ovvero la trasformazione dell’acido malico in lattico. Al momento con ottima soddisfazione».
Il dato quantitativo, in generale, segnala un aumento rispetto al 2012. «Confermo la tendenza – aggiunge Toso – ma senza esagerazioni. Abbiamo vinificato quasi 50 mila quintali di uve, con la netta prevalenza del Moscato d’Asti, seguito da Barbera, Dolcetto, Brachetto, Cortese e Chardonnay».